Nuove fruontjere sconsulenzjal

riprofessionalizzati

Pionieri nelle soluzioni altamente ri-professionalizzate.

Qualche tempo fa in un momento di stasi, riuniti a cena stavamo pensando di reinventarci professionalmente (usti, ancora una volta…). Abbiamo immaginato idee innovative e soprattutto pratiche nel nuovo corso sociale. Dopo lunghi ragionamenti mio marito ha proferito la sua soluzione: “Bisogna inventare qualcosa di utile e futile in un contesto geriatrico.” Ah, capito.

Quindi considerando che in germe (neanche più tanto) noi saremmo il campione di target perfetto, ho avuto qualche ideuzza che ora qui condivido.

La prima ipotesi che ho ripescato pensando già alla mia vecchiaia incipiente e tendenzialmente macilenta, è stato il progetto della Supposta alata. Trattasi di un simil foodora che avevo immaginato in tempi non sospetti, con bei giovini pedalanti che ti portano supposte e pasticche per il sollievo dei piccoli bubu. O magari anche medicine con prescrizioni. Insomma, da farci su un pensiero.

Ma non ho certo voluto accontentarmi delle prime idee folgoranti. Ho voluto estendere il ragionamento anche a un bel tot di attività a sostegno della dilagante mediocrità, quel mostro ultrapiatto che affligge il panorama sempre più desolato del nostro vivere sociale.

E mi sono chiesta: quali competenze mancano nello stanco marketing mix del mondo delle imprese manifatturiere e dei servizi? A disposizione ci sono grandi competenze, tanta intelligenza, professionalità e voglia di fare. Giovani brillanti, tuttavia costretti a riparare all’estero, come mai? Ebbene, quelle che mancano, pare siano piuttosto attività di sconsulenza.

Siamo stanchi di proporre idee e innovazioni intelligenti sempre ignorate e surclassate da idiozie e banalità. Perché allora non dare consigli inutili di default? Da parte delle aziende la domanda in tal senso sembra essere decisamente più cospicua piuttosto che per professionisti di impronta tradizionale e acutezza perlomeno nella norma.

Non lasciatevi spaventare dalla S privativa. Nulla viene tolto. Semplicemente si teorizza, si propone e si eroga soltanto il top dell’insulso. Anzi si tratta di una S davvero arricchente. Forse, in quel caso, potrai fare dei preventivi e non sentirti dire che sei caro e, al limite, essere perfino retribuito.

Un parere considerato inutile ha un valore eccome, come spiega anche la mia amica e consulente in marketing (lei sì, con la C maiuscola) Enrica Crivello nel suo articolo ‘Scegliere il target per esclusione’. L’idea è che se non sei sicuro al 100% di una cosa, ti confronti con qualcuno che ha un’opinione contraria alla tua, del tipo: “Vuoi partecipare al processo decisionale? Ok, ma non avrai voce in capitolo, mi serve solo qualcuno con cui essere in disaccordo per chiarirmi le idee”.

E veniamo all’area del coaching, questa misteriosa e mistificata professione. Anche qui, dopo anni di formazione quando ti trovi ancora davanti persone che pensano che tu stai lì a gasare i manager e a fargli fare il team building del qua qua con frasi del tipo “sorridi che hai già vinto” oppure un originalissimo “evvai che siamo the best!”…Bene, allora ti rendi conto che anche qui serve una figura di compensazione.

Altro che à plomb, centratura zen e attitudine empatica. Ho teorizzato sessioni di Coccing dove in un contesto di relazione assistita poter sfasciare tutto. Anziché considerare il tuo cliente nel suo essere legittimo altro lo approcci nella sua forma più atavica, ovvero di scimpanzé pronto a urlare e dare in escandescenze. E così, invece di sollecitarlo su riflessioni pacate e pro attive, lo porti alle sue fantasie più scenografiche, magari proponendo un lavoretto con il servizio di piatti belli di sua suocera. “E sfogate!” gli puoi consigliare. Avete presente Carlo Verdone quando nella scena del dopo festa ne “Il mio miglior nemico” la moglie lo butta fuori casa mentre fracassa tutto? Così.

Raddrizza banane o pettina bambole? No, qui non si scherza, stiamo teorizzando nuove professioni in largo anticipo sui trend. Tra le occupazioni emergenti  ho poi immaginato, sempre in ambito HR, una nuova figura, lo Sforbiciatore di curriculum. Si sa, oggi troppe competenze spaventano le aziende. Una certa seniority un tempo ambita, rispettata e motivo di orgoglio per il management che ti impiegava, oggi è diventato un grave problema.

Meglio non rivelare che si possiede un titolo, figurati una laurea! Ah conosci tre lingue straniere alla perfezione? Ma no, è sufficiente affermare di cavarsela alla bell’e meglio con un inglese scolastico ma comunque ‘okkei’.

Naturalmente un editing deciso, assertivo ed efficace su un curriculum troppo eccellente, richiede una certa dose di capacità. Devi saper trasformare qualità e reason why in banali scompetenze.

Poi, sempre in ambito di relazione d’aiuto, puoi proporti come Scaldaminestre che vale per consigli affettivi (meglio mettere la testa a posto e rimanere a casa, ché due affitti costano troppo…) e anche per le pietanze riscaldate, altra risorsa utile in tempi di precariato. Due servizi al prezzo di uno… E vale per con altre professioni assimilabili; quelle olistiche e oleose per esempio, purché abbinino forme di aiuto a utili consigli per il condimento del ri scaldo e del ri-riciclo.

Che dire dello Scuoco, lo chef dei frighi vuoti? Come mettere insieme una cena con i tuoi avanzi rinsecchiti? Il frigo deserto di fine mese è una ‘big challenge’, roba mica scontata, eh…

E per venire alla sfera domestica e, permettetemi più intima, ho pensato alla figura del Pet therapist. E qui lascio intendere. Ci sono i deliziosi animaletti da compagnia, ma anche altre tipologie di pet. Avete mai pensato a come gestire il problema delle flatulenze nella relazione di coppia? Anche qui, settore applicativo dal grande potenziale

E poi professioni più spicce come lo Sbrigapratiche. Un’attività che sveltisca le burocrazie. Insomma, fai lo Sbadante per più clienti passando per le case degli anziani a raccogliere bollette, multe, f24 e pietose istanze da evadere. Li rassicuri, farai in un attimo e loro possono guardarsi la TV comodamente a casa. Poi esci dal portone e butti tutto nella pattumiera.

Beh, poi recenti casi di cronaca mi convincono sempre più sull’efficacia di una nuova esigenza nel mercato della comunicazione strategica. L’ Inventore di epic fail e il relativo crisis management. Ottima idea, ma lì bisogna prima fare uno stage non pagato con team building fai da te in un importante gruppo bancario o una multinazionale.

E per concludere questa carrellata di new job description, ho analizzato una professione già a rischio di declino per la concorrenza agguerrita, la Wedding planner. Invece di cercare la tua competitor e strozzarla con i nastrini lilla che propone per le coreografie dei suoi sposini e poi finirla bersagliandola con i confetti in tinta, ti propongo un nuovo settore con ottimi trend di crescita: la Swedding planner, ormai abbastanza in voga. E se cerchi i grandi numeri e una certezza blindata – quasi tombale – del tuo business, puoi sempre orientarti verso la professione emergente della Funeral planner!

Ké sono kueste kouse? Ma ké novi trend? Per me lavuoro funktjona solo se cum uolio di guomito e poj pagat… Basta.