Mastika ke ti passa

Mastica che ti passa

L’effetto cavalla e la cura dello stress.

Ricordo un episodio con il ‘chewing gum’ all’epoca delle elementari che mi aveva profondamente segnato, tanto da causarmi probabilmente quelle turbe che abbiamo analizzato poi molto più avanti con la psicologa. Il mio caso, vi assicuro, ha avuto degli strascichi non indifferenti. Frequentavo dunque una scuola privata molto ‘in’,  dove era severamente vietato mangiare caramelle e, figurarsi, un ‘chewing gum’, invenzione dell’America contestatrice.

Ricordo che la figlia dei nostri vicini di casa dopo lunghe trattative mi aveva mollato uno dei suoi ‘chiclets‘, barattandolo con un etto di ovetti al cioccolato – si proprio a me, a cui erano vietati – e io, di straforo, lo avevo imboscato in cartella. In classe all’intervallo volevo provare a fare la bolla come lei, rosa ed enorme e poi farla scoppiare con un botto e mangiarmi il velo lasciato sulle labbra. La trovavo una cosa sublime, veramente da gente in gamba, già avanti e molto esperta.

Dopo la lezione, appena suonata la campanella, la tentazione di metterlo in bocca, quel rettangolino perfetto, è stata fatidica. Al secondo succulento morso (al gusto di fragola sintetica, di un rosa molto più che gloss), la maestra mi becca. Io vorrei nasconderlo sotto alla lingua come poi avrei imparato a fare dicendo “fcufi ( che sta per scusi con la lingua ben schiacciata sul ‘chewing gum’) adeffo lo fputo”. E invece lo prendo con due dita tentando di mascherare il misfatto.

In effetti, lei non capisce bene e non si accorge che si tratta di una gomma da masticare; in compenso mi sono rimaste le dita super appiccicose. Ideona! Srtrofino le dita contro la bella carta assorbente blu del mio quaderno di calligrafia.

Risultato: strato blu peloso e appiccicoso sulle dita con macchie evidenti sulla pagina del tema appena finito e golfino beige striato di blu. A quel punto la maestra dice: “Adesso vieni qui e fai vedere le mani a tutti, poi fili a lavartele”.  Un’umiliazione feroce. Fu la penultima volta del ‘chewung gum’. L’ultima è quando appunto ho imparato a tenerlo sotto la lingua ma poi, al momento di parlare, mi è venuto da vomitare… Sì, meglio tornare alle classiche gelatine di frutta.

Orbene, mi chiedo quando sono in fila al supermercato, come fanno le cassiere a masticare quella gomma ininterrottamente per tutto il turno di lavoro?

Probabilmente sono infuriate per le domande ebeti dei clienti, per tutte le confezioni appiccicaticce che passano sul nastro, per le uova rotte, i ripensamenti, i prezzi in offerta che in offerta non sono (e lo sanno benissimo, ma devono fare le finte tonte!). Lì per ore e ore a ruminare come delle cavalle, povere! Probabilmente il ‘chewing gum’ è un fantastico antistress, o forse lo stile comunicativo dell’azienda…

E se fosse un vezzo necessario per farsi assumere?

Mja senjuora trovato lavoro di kasiera in supermarket.
Imparato veloce di batere pretzi.
No ankora imparat di masticare come kavalla. Jo adeso faccio tutorjale per lej.