Tuti anestetjzat senza skiacjapatat

Sbucciapatate

L’inutile fine dell’utensile.

Dall’accetta sfracella meloni delle famiglie post Nehanderthal, alla vaschetta asettica del supermercato dove trovi ben sbucciati, climatizzati e messi bene in fila sei tristi spicchi di mandarino. In mezzo ci sta la storia affascinante degli utensili da cucina e da garage costellata di soluzioni e modelli davvero ingegnosi. Triste, se si pensa che oggi la maggior parte dei gloriosi aggeggi della nonna sono relegati in quiescenza, ormai scansati da scialbe mono porzioni al gusto di plastica e ospedale che trovi al Supermercato.

V’ immaginate solo per un istante di rivivere l’energia galvanizzante dell’inventore dello sbatti tuorlo con spire girevoli e ammortizzate, tanto per fare un esempio? O la finezza di rendere gli infiniti modelli di schiacciapatate sempre più vellutanti?

Diavolerie fantastiche oggi soppiantate da elettrodomestici e soluzioni domotiche costosissime per risultati altamente inutili. Un nuovo trend demanifatturizzante in ossequio del quale meno interagisci con l’ingrediente e con l’utensile e più ti senti moderna. Illusa di esserti modernizzata per il gravoso incarico e molto, sottolineo molto casalinga e bricoleuse 4.0.

Nel caso dei mandarini, fra l’altro, non mi risulta che un togli buccia sia mai stato inventato; mi è venuto in mente l’agrume già pelato perché rappresenta l’apoteosi del pensiero superfluo. Non c’è niente di più bello che incidere la buccia dall’agrume e intagliarci dei denti da mostriciattolo con cui i tuoi figli giocheranno spensierati tutta la sera. E se ci aggiungi un l’effetto fantasma di un vecchio lenzuolo, capace che ti vanno avanti giulivi anche tutta la notte! Ma anche solo sminuzzare la buccia con una bella mezzaluna e poi aggiungerla alla tisana della notte, oppure buttarla nel caminetto per aromatizzare il già fragrante profumo di legna bruciata, vuoi mettere?

Invece ora qualcuno che è molto furbo ti allevia da questo compito ingrato, forse a farti risparmiare tempo nella tua performance di eccellenza globalizzata. E ti obbliga ad aggiungere la tua ennesima e immensamente idiota vaschetta di polietilene al povero plancton degli oceani. Però tu dovresti sentirti felice e appagata giacché hai risparmiato un minuto e i tuoi bambini possono tranquillamente continuare a inebetirsi con la playstation.

E poi suvvia, lo spicchio  ricolorato di una tonalità più ‘appealing’ del banale color mandarino naturale si sa, t’invoglia di più. Magari puoi anche partecipare a un concorso, vincere un vogatore o un inesistente viaggio premio in un hotel dove per colazione ti danno il cappuccino della macchinetta. Oppure – wow! – ottenere un buono sconto su una spesa ‘Comesenoncifosseundomani’. Ricordate? Una volta sulle réclame compariva spesso lo slogan del prodotto preceduto dalla formula: ‘ideale per…’

‘Compra i mandarini già sbucciati. Una soluzione ideale per…’ Appunto: ideale per?

E ora veniamo ai bricoleur e agli amanti del giardino. Parliamo di autunno e foglie secche. Avete presente lo spingifoglie-alzapolvere-beccati l’asma che imperversa nei parchi? Un aggeggio rumorosissimo che per spostare una foglia alza tonnellate di polvere mefitica aromatizzata da pipì e cacca di cane? L’operatore ecologico – se ci tiene alla sua salute – indossa mascherina, occhiali anti infortunistici e paraorecchie tentando – con risultati veramente scarsi – di spostare le foglie scompigliandole tutte. Cui prodest? A fare quella cosa lì se la cava molto meglio il vento e senza bisogno di usare combustibili e fare tutto quel dannato baccano.

E se invece si tornasse a usare un bel rastrello di legno o una scopa di saggina? Certo, devi muovere le braccia e poi magari piegarti per raccogliere le foglie e metterle sulla carriola, ma il risultato è eccellente! Forse avrai l’ascella pezzata, ma almeno noi sarai impiastrato di polvere di foglie secche al gusto di cacca di cane e non tossirai per sei settimane imbottito di cortisone.

Pikuola rakuomandatje per mie amike senjuore: skuopa di sagjina molto bene per tuto ma non usa il 6 gennajo e se tu già un poko vekia, Kapito?