Muostri d’higjene

Ape cattiva

Pulito sicuro.

Parliamo di un requisito fondamentale nel nostro vivere quotidiano; una faccenda seria che tuttavia, se sfugge di mano, rischia di diventare patologica. Sì, il terrore dello sporco e dei nemici invisibili che si annidano ovunque e minacciano la nostra vita, istante per istante.

Anni fa mia sorella ricevette la visita inattesa dell’ardente dimostratore di una nota ditta di aspirapolveri. Sì, quegli addetti piuttosto decisi a vendere, ne sapete qualcosa anche voi, vero? Insomma, il tizio si presenta grintoso alla porta srotolando un poster che raffigura una specie di orrido dinosauro simile a un triceratopo con un numero indefinito di zampe pelose e le dice con voce melodrammatica: “Terribile, vero? Si regga forte signora, la sua casa ne è infestata. Pullulano ovunque.” “Mi faccia subito vedere il catalogo dei prodotti!” esclama lei e, dopo aver staccato l’assegno per l’acquisto del modello top di gamma (un infernale aggeggio rumorosissimo e pieno di accessori), si accascia sul sofà immaginando con orrore la colonia brulicante di acari che popolano la superficie dei cuscini.

Non possedendo particolari doti da casalinga e non avendo la più pallida idea di come attivare quell’elettrodomestico spaziale, la sventurata si arrende all’evidenza, immaginando piuttosto a come rimediare alla serie di incubi notturni che da quel giorno probabilmente disturberanno il suo sonno, salvo farsi poi due sacrosante risate.

Scena due: una gita in montagna su sentieri immacolati di pietre granitiche e ghiaia di torrente. Famigliola con bambini appena scesi dal passeggino e ancora claudicanti (per dovere di cronaca aggiungiamo l’età: siamo sui sei, otto anni…) Sono impeccabili nei loro completini coordinati e camminano sul sentiero come se fosse fiancheggiato dal filo spinato. La mamma intima al figlio grande: “Non toccare le pietre che poi ti sporchi e sono guai”. Quando il mio cane li ha incrociati scodinzolando, immaginatevi il puro terrore: “Attento che ti ammazza!” E ancora, all’altro poveretto: “Cammina piano che poi sudi e ti ammali.” Ah capito.

Poi però ci si ferma dal pastore a comprare la toma buona d’alpeggio eh? Eh sì, vivaddio proviene da una stalla puzzolente e se ha un gusto, è solo grazie a certi simpatici mostriciattoli che ci pullulano sopra. Dinosauri di fattezze diverse, insomma orribili mammuth e mostri montani.

Alla signora perfettina della gita, desidero rammentare che per quanto lei s’impegni nella sua crociata, anche tra il pulito e lo sporco esistono i famosi sei gradi di separazione.

Ecco un piccolo esempio. Prendiamo in esame il lysoform e, appunto, gli intensi aromi d’alpeggio:

  • Casa nelle pubblicità. In questo luogo agognato i bambini gattonano su pavimenti specchianti con le madri beate che cancellano ogni traccia di vita in casa (Gli acari comunque resistono. Invisibili ma spietati)
  • Casa di cura. (Beh, per principio)
  • Casa della suocera. Perfettina e lucida, ma ogni tanto vi aleggia un lieve odore di minestrina o ragù.
  • Casa mia. Polvere sopportabile, disordine medio, peli di gatto e cane, accumulo di scartoffie e libri.
  • Casa inglese. Odore di moquette frusta, orme di fango nella cucina che si affaccia sul giardino, disordine endemico, piatti da lavare, cani, gatti, canarini, oche. E sempre biciclette e bottiglie di latte sparse nell’ingresso.
  • Casa con figlio adolescente (di seguito descritta).

Ecco, a Lady Lysoform vorrei ricordare che, a parte la sconfitta con gli acari, trovarsi catapultati dal punto 1) al punto 6) è una solo una questione di tempo; nel suo caso, per coincidenza, proprio di sei anni. Gli adorabili ragazzini, appena approdati alla fatidica pubertà, trascineranno la poveretta a prendere atto della realtà per quella che è. Un casino infernale.

Ma tranquilla, dopo lo choc, potrebbe iniziare un cammino di consapevolezza e liberazione. Sì, perché quella dei calzini putridi, di cicche, ciocche e lattine, bottiglie, grovigli… Sì e panini sbriciolati in cartella, fogli appallottolati, telefoni smontati, avanzi di linguine cinesi con gamberetti, mutande e cartocci… Ecco quella, da ora in avanti sarà una costante. Come dire, una causa persa.

Cara mamma prodigio, per esperienza Le dico che con lo sporco si può vincere, a patto di cambiare paradigma ed entrare in un’attitudine resiliente. Immagino la signora che mi guarda stranita lasciando cascare il suo kit di spugnetta e sgrassante. “Pardon, chiedo scusa: mi sta dicendo pulito… resiliente?”

Tu metj tuto kasjno di putze e cjke sotto suo matarazo e lascj marjnar per duj setjmane.
Poj tuo ragatzo sente uodor horjbile. Guarda soto e zjto zjto fa suo leto e puljscje kamera.