Rosso shuopjng

Shopping compulsivo

Black or red?

Questa cosa del Black friday sta iniziando a turbarmi: una giornata a livello planetario – wow – la giornata dello shopping sfrenato! Ne avevamo proprio bisogno, in effetti. E sì, la spinta viene da sconti e ‘call to action’ che da settimane stanno asfissiando tutti con un bombardamento mediatico capillare e sfinente. Anche un po’ sinistro. Sorry, ma perchè Black? Una cosa davvero lugubre. Eppure comprensibile: in fondo, dopo questa giornata in cui sei stato ‘compliant’ (una parola che oggi va molto di moda, ovvero compiacente) con i dettami del consumismo più becero, è vero, poi rimani black.

Nel lutto, a secco. Anzi, in rosso. Perchè non chiamarlo Red friday, a questo punto? Questo venerdì compulsivo mi è già diventato antipatico, quasi come la festa del papà e quella – ancora più avvilente – di San Valentino. Ma uffa. Lo shopping è una vampata trasgressiva, un’ispirazione, una fuga, una cosa solo tua. Ecco, con ciò mi è stato rovinato anche l’ultimo baluardo di piacevolezza, peraltro dalle diluizioni ormai omeopatiche.

E ancora sorry, ma nella vision degli ideatori di questa giornata festosa sarebbero considerati anche quelli (e son tanti) che dovrebbero iniziare la loro avvincente avventura consumistica spinti dall’impulso irrefrenabile del loro  profondo rosso contabile? Uno stimolo incredibile, davvero. Per comprendere il grado black della stupidità collettiva a cui siamo arrivati – sì perché per dare un kick ai consumi bisognerebbe quantomeno mettere le persone nella condizione di farli, magari facendole lavorare – basterebbe osservare il fenomeno delle code italiote; no, non quelle per votare, ma quelle sfiancanti per riuscire ad accaparrarsi tra i primi il nuovo modello i phone. Non paghiamo l’affitto, ma lo smartphone, si. È vero, nonostante la crisi e la disoccupazione la gente consuma, e forse fin di più. Evviva, il PIL è salvo e dunque catapultiamoci tutti in negozi o facciamo una ‘sveltina’ a monitor (ricerca rapida su google) per monitorare istante per istante le migliori offerte per spendere i nostri ultimi dannati spiccioli. Intrigante, davvero!

E poi… Per gli acquisti di Natale come facciamo, che saremo in apnea? Pardon, dalla regia mi suggeriscono che il Black friday potrebbe essere un’utile occasione proprio per risolvere quel problema e cavarsela in un giorno solo. Traan, di brutto. Senza passione, né tenerezze e incanto; senza passeggiate per mercatini, cioccolate calde e serate in famiglia a fare bei pacchettini. The e biscotti allo zenzero, favole e candele dell’avvento, adieu.

E niente letterina di Natale

Io insisto anche con i miei figli, ormai grandi, a continuare a scrivere quella letterina con l’entusiasmo che avevano da bambini. Quella certezza assoluta di trovare sotto l’albero il tuo desiderio impacchettato. Senza se e senza ma. Lo consiglio a tutte le persone che amo e che stimo e che magari sono anche in un momento difficile. Certo è un gioco, ma nemmeno poi tanto. Ti fa tornare in quella dimensione felice della speranza certa. E comunque volevo dirvi che io già a settembre ho scritto la mia letterina con calligrafia infantile dove per cominciare al vecchietto ho detto in maniera diligente che siccome con la chitarra ho fatto veramente buoni progressi, mi sento di potergli chiedere una cosa impossibile: una chitarra elettrica Fender Telecaster Vintage.

Siccome per tradizione nella lettera di Natale abbiamo pensato sempre anche a chi è molto più sfortunato di noi (in questo caso sono molto sensibile alle turbe dei fanatici del Black Friday), alle nostre letterine propongo di aggiungere una serie di desideri alternativi tipo un bell’abbraccio, ma di quelli veri che durano almeno qualche minuto e scaldano, una risata e la felicità di imparare a dire dei bei grazie, oppure dei sono felice per te! Carini, no?

I buyer compulsivi mi chiederanno magari: “In quale store li trovo?” “Forse su e-bay?” “Me li consegnano in porto franco?”

Ma attenzione, niente sconto: sono gratuiti! Da dare e ricevere, perfino senza chiedere l’intercessione di babbo Natale. Ma forse dobbiamo aspettare domani. Il tanto agognato bright saturday!

Questo mondo impatzjt. No kuompra più njente: jo fa cum mje mani e poi regala cum mio quore.