A ognjuno sua di buomboleta

Pietro senza Tì

Quando i protagonisti dei tuoi ultimi romanzi si incontrano per un caffè.

Lei è seduta nel déhor di un caffè di quelli semplici ma curati che hanno un fiore di plastica sistemato in un piccolo vaso su ogni tavolino. La proprietaria, nonostante la sua gravidanza avanzata, rinfresca continuamente i tavoli svuotando i posaceneri (Cosa mica tanto scontata, eh…). Rjustika sembra apprezzare molto questi passaggi di sgrassante al cedro e la guarda come a dirle noj dui ci kapjamo. Noj pjatscje kuose fate bene.

Da qualche giorno la nostra amica dei Karpatzi ha incontrato un ragazzone alto, all’apparenza un pò granitico, ma dall’animo sicuramente muolto gentjle. Ha anche diversi anni meno di lei, cosa che la lusinga molto. È successo di domenica pomeriggio, che lei era andata a ballare con una sua nuova amica Inés al dancing del liscio. Posto proprio bello, con il palco per l’orchestrina e un’ampia pista per le danze. Lei si era sistemata proprio bene, con una bella gonna a pieghe e i sandali con i brillantini.

Piero stava seduto un po’ in disparte, quasi che fosse imbronciato però ogni tanto la guardava di sfuggita. Finché, rompendo gli indugi lei gli aveva lasciato intendere che sarebbe stata disponibile per la prossima mazurka. Il fisarmonicista con il farfallino e il gilet rosso ha guardato in qua come a dirgli, vai che è fatta e… in un attimo si è creata la complicità.

Pjacjere jo Rjustika, e tu? Skusi, no am kapito: Piero o Pietro? Poi, cosa vuoi, una cosa tira l’altra e si sono raccontati un po’, entrambi però glissando sulle rispettive occupazioni, approfittando della poca dimestichezza nel ballare insieme. Lei non aveva voglia di dirgli che faceva la domestica, né lui a lei, che organizzava funerali. Meglio concentrarsi a non pestare i piedi del partner. Quelli di lui, tra l’altro assai grandi, di quelli che probabilmente devi comprarti le scarpe nei negozi speciali.

Ora me li immagino al loro primo incontro nel dehor del caffé Stadium, da Migio. Piero è arrivato un po’ trafelato, posteggiando l’auto con la lugubre scritta aziendale qualche isolato più avanti. Lei mica lo immagina, che il negozio lì vicino è proprio il suo: Pax Pompe Funebri.

Rjustika, che ormai si sente piuttosto arrivata facendo vita da signora in casa della sua nuova senjuora, vorrebbe farlo sentire a suo agio e inizia, con molta disinvoltura, una conversazione del tipo:

–           Oh ke bela gjuornata, non pensj?

Lui che anche oggi si sente proprio sfigato e non sa davvero come iniziare il discorso, annuisce e poi – in un silenzio che dura troppo a lungo – partono insieme con accenti diversi: “E…Tu cosa fai di bello nella vita?”

–           Jo sistemo kase, am diverse kljenti senjuore cum vjla beljsima.

–           Ah, quindi fai l’arredatrice?

–           Un poko di meno, ma jo le fa pruoprjo bele mie kase, e tu?

–           Io… Io lavoro nell’organizzazione di eventi.

–           Ah kuompliment, ma fa anke di matrjmuonio e komunione? Anke jo huorganisat matrjmuonio di mia kuognata, cum video e musika di vjuolini in mio paese di Karpatzje!

–           Soprattutto funerali – taglia corto lui, aggiungendo ormai senza freni inibitori – il mio negozio è proprio questo qui vicino.

Lei rimane in un silenzio concentrato e poi lo guarda, traboccante di ammirazione:

–           Tuo negotzjo muolto pruofesjuonal. Kum facjata e kuolore trjsti per situazjuone. Anke skrjta un po’ muortal…

–           Mah, io non sono tanto convinto che funzioni. Ma non solo il mio lavoro. Anche il mio nome non mi piace per niente.

–           Ma kuome, Pjero è nome kosi exclusif! Nome di kuomendator amiko di mia senjuora anke.

–           Guarda, ti confido che stavo pensando di diventare Pietro…

–           Ké kuesto? Jo no kambia mika mjuo nome eh!

–           Tu non sai quanto sarebbe importante per me. Ora per me è tutto sbagliato.

–           Jo pjacje te kome sej, Kapito?

–           Io no. Domattina spruzzo una Tì. Poi si vedrà.

–           Ke sprutza?

–           Si, una Tì gigante e arancione sulla serranda del negozio.

–           Tu un poko skriterjat. Poj… kome puljsce?

–           Mica la tolgo, figurati!

–           Se poj jo vjene fare di puljtzje in tuo negotzjo jo no kuontenta e vole di smakjar tuo kasino di buomboleta.

–           Guai a te!

–           Ke kambia di tua vita? Tu rimane imbratat e basta!

 

 

Mi sto divertendo un sacco e potrei scrivere un’ intera saga. Ora mi fermo qui, anche per non mescolare troppo le storie 🙂

La storia di Rjustika la conoscete già e se non l’avete ancora letta, qui potete acquistare la vostra copia in versione cartacea e digitale.

La storia di Pietro senza Ti fa un percorso diverso e in questo momento per la sua edizione è partita la campagna di crowdfunding sulla piattaforma Bookabook. Qui potete preacquistare la vostra copia.

Se raggiungiamo le 250 copie entro 100 giorni sarà pubblicato e distribuito in libreria!

A presto amici e felice estate!

 

La foto è di Aleksander Naug- Unsplash