Giri di boa, cadute di stile

vecchi maturi

Hai passato la boa dei 60? Non ti arrendi? 

Per allietarti, iniziamo con una bella canzone per predisporre alla lettura che questa volta troverai un po’ più lunga e impegnativa del solito. Ce ne scusiamo, ma Rjustika e io recentemente siamo state molto ispirate da eventi e personalità afferenti al tema.

 

Senilità
è guardarsi allo specchio, trovarsi sensuale, la senilità
credersi un falco ma essere un pollo, la senilità
aver sessant’anni e far sempre più danni, la senilità

Senilità
è un cuscino di lardo, la pelle cascante ma lo sguardo che va
la caccia è un bel gioco, tutto di fuoco ma come si fa?
è la dolce pasticca per fare non fare cilecca, la senilità

Senilità
è un bicchiere di vino senza panino, la senilità
è negarti chi sei e quello che fai, ché tanto sei già di là
è scordarti, con jeans e giubbotto, quanto sei goffo, la senilità

Senilità
senti nell’aria c’è già
la nostra canzone d’amore che se ne va

L’uomo senile ha da poco superato la boa dei sessanta e non accetta a nessun costo di invecchiare. La senilità, al confronto con una rassicurante e matura vecchiaia, è una forma di vecchiezza puerile, financo un pochino mefitica. Per fare un piccolo paragone culinario, l’uomo senile (da ora nominato l’US, declinabile anche come l’Ultima scintilla) ha il gusto di un vino da pasto scaduto. Poi va beh, i baroli e i barbareschi sono un’altra cosa. Ma andiamo con ordine.

La fisionomia tipica dell’uomo senile è la struttura (non volatile purtroppo) simile a quella di un merlo, con pancia prominente, chiappe avvizzite e gambette sottili. Ha lo sguardo ancora da rapace e si sente magnifico come un pavone. Ma la realtà dei fatti, la sottolinea la cintura, che lui chiude sotto la pancia prominente. Il prode augello indossa patetici blue jeans, occhiali da cattivo e giubbotti di pelle. Amico, o sei Vasco, Bono degli U2, se no mettiti una bella giacca di velluto o un loden.

Tipizzazione. Gli US, per avere qualche speranza – escludendo il povero Cipputi che proprio non ne ha – si possono così catalogare: l’arzillo, il colto, il dandy, il politicizzato e, per stupirvi davvero, il Joker. Ma i veri invincibili – o quelli che si sentono tali – sono i possessori di acronimi tipo CEO, CFO, AD. In effetti detengono strumenti, quelli sì, ben rigidi e penetranti: le golden card.

Le strategie. Sostanzialmente tutti gli US si lamentano in un modo o nell’altro, attivando nella giovane e ignara preda l’irresistibile attitudine dell’infermierina. Poverini, sai con quelle mogli terribili (dalle quali peraltro non vogliono separarsi nemmeno a calci nel culo) che li trascurano e non capiscono la loro ingenua voglia di giocare. Vorrebbero tenerli tappati in casa, brutte e odiose bacchettone, relegati a una noia mortale… Ma come, quei gran figaccioni, sprecarli così, ma vi pare?

L’auto centrismo. Esiste solo lui. E vede solo quello che sta intorno al suo piccolissimo IO. Anzi, restringiamo il campo. Si accorge solo di quello che sta intorno al suo piccolissimo pisello. In maniera inversamente proporzionale, più diminuisce la prestanza, più aumenta l’auto centrismo. Ben strano, uno dovrebbe iniziare a guardare lontano, per non sconsolarsi e invece…Beh, a meno che non si stia avvicinando una giovane preda che comunque l’US riesce, con l’aiuto di buone lenti bifocali, a puntare in lontananza.

Lacchiappo. L’Uomo senile è sempre sul pezzo, è giovane, brillante, fa cose e vede gente. Ci sta un casino dentro e la scusa è che ha bisogno di sentirsi ancora vivo. Le sue prede, le adesca in maniera abbastanza scontata. Recitando la parte del Vate, dell’artista incompreso, del grande saggio, oppure del padre rassicurante (salvo non occuparsi una cippa di propri figli) e pontificando sul senso della vita; lui sì che ha capito tutto. Il risultato è che nella psiche della ragazzina malcapitata il nostro farlocco US lascia un senso di stordimento incredulo. Se è sveglia, lo manda subito a cagare. Attenzione, potrebbe però anche cascarci

L’andropausa. Una pausa ma non pausa perché in effetti l’US continua imperterrito, addirittura in maniera ancora più assidua. Se prima erano attività più o meno scontate e prevedibili, adesso sono anche compulsive della serie “ogni lasciata è persa”.

Domanda accademica: Ma, quando è che si può iniziare a parlare di senilità?
Il giro di boa sono i sessanta. La terza età non accettata. Se ci pensi, dai zero ai 30 è ok, poi dai 30 ai 60 vada ancora, ma alla fine, porca troia, dai 60-90 è davvero un gran fottone. Il compleanno dei 60 è un trauma. Non c’è storia.

La terza età è un concetto che genera terrore e spesso viene (inconsapevolmente) confusa con la terza fase evolutiva freudiana. Dopo quella mammale, fecale, ora l’US si sente pervaso da quella puberale. La fase della scoperta del proprio e dell’altrui organo genitale. Il proprio, oramai lo trova solo assumendo massicce dosi chimiche altrimenti è una causa persa…quel coso molle che tende ad afflosciarsi verso il basso.
Per quanto riguarda l’altro sesso invece, qui pare che la scoperta non sia ancora stata completata e anzi, che il processo sia in continua e gagliarda evoluzione. Già si presagisce dal linguaggio: la figa compare ogni tre parole.
La ricerca conoscitiva poi avviene su un campione di donne preferibilmente giovani perché lo studio risulta senz’altro più avvincente e poi, soprattutto, va condotto su numeri significativi per poter valutare eventuali differenze. Sì, per un approccio scientifico che non si fermi alla prima evidenza. Per certificare anche che l’organo, in casi rarissimi, non si schiuda in posizione orizzontale. E sarà proprio lui che, dedito a studi sfiancanti, magari troverà quella che sovverte la regola, eh… Comunque tutte le vulve che ha visto fino a qui non sono state sufficienti a fargli capire come funzionano e comunque il punto G, lui non ha ancora la più pallida idea di dove si trovi.

Le balle. Una qualità che, come dire, si disaffina è quella di saper negare l’evidenza. I bambini tutto sommato, quando rubano la marmellata e vengono beccati in flagrante, hanno reazioni innocenti e adorabili. L’ US quando racconta le sue fregnacce, no. Diciamo che diventa ossessivamente puerile nel dimostrare l’indimostrabile. Quindi la frase classica: “Non è come pensi tu, ti posso anche spiegare…” detta dall’ US ha un non so che di patetico. Ma come, ti dici esterrefatta, in tutti questi anni non hai trovato ancora niente di più convincente?

Il difficile cambio di paradigma. Raccontate da un quarantenne, le balle non sono meno insulse. Ma il quarantenne ha, diciamo, una enfasi, una capacità di loquela e forse tutto sommato degli argomenti efficaci. Spesso è sempre molto impegnato sul lavoro, ha consigli di amministrazione fino alle ore piccole, impegni imprevisti, un salto in ufficio il sabato mattina…Il cliente che ti arriva la sera prima e cosa vuoi, bisogna portarlo a cena e preparare quella dannata riunione e bla e bla e bla. Insomma, la lista è ampia e la conosciamo tutte molto bene. Poi, le scuse variano a seconda del tipo di mestiere: mutatis mutandis.
E qui è proprio il caso di dirvelo: cambiatevi almeno le mutande prima di tornare all’ovile…E poi, magari anche il paradigma.

I nuovi territori di caccia Ad ogni buon conto, per acchiappare tutto l’acchiappabile, oltre quelli già ampiamente battuti, ora che l’US ha più tempo, può dedicarsi finalmente alla scoperta di nuovi e inesplorati territori. Un esempio è la classica milonga dalla quale, dopo la prima serata, quando l’amico orango ha pestato i piedi a tutti i presenti, se ne scappa dicendo che lui in effetti è più un tipo da discoteca. Sì, ora lo sapete, lui era il drago della disco music.

Idem, per i tentativi di ginnastiche e sport estremi. Prendi anche solo la palestra sotto casa: hai presente il panzone sul nastro mobile del running che si inciampa tutto il tempo mentre butta l’occhio sui fianchi ben scolpiti della ventenne vestita di lurex?

E tadaan… La passeggiata con il cane! Il nostro US, di default degli animali domestici se ne frega. Lui ha cose ben più importanti da fare. Eppure, da quando ha fiutato le grandi opportunità offerte dalle aree cani, fertilissimi terreni per fare nuove conoscenze… Beh, evviva le amicizie pelose, come le chiama adesso. Si avvicina alla biondina con dred e dogo dominante, una fiera che ben presto si appresta a ingroppare il suo piccolo meticcio spluffrito. “Eh la natura”, osa il nostro attempato e falso esperto cinofilo, immaginandosi la stessa scena, ma tra padroni, con ruoli inversi. Ma forse anche no. Quel tipo di natura, amico mio, per te non funziona più. Fattene una ragione.

L’esplicitazione dell’ovvio. L’US ha bisogno a tutti i costi di dire a una ragazza o a una giovane donna bella, quanto sia bella. Come se lei non lo sapesse già. “No, guardi bel vecchietto sfigato, non lo sapevo, stavo aspettando proprio uno come lei che me lo ricordasse…” Così, nei pensieri avvincenti dell’US, la fortunata da quel momento avrà di sicuro una forte iniezione di autostima e motivazione. Dire le stesse parole alla moglie, mai…
E incalza nel quotidiano con tentativi tipo: “Mi scusi bella signorina saprebbe indicarmi la via? Sa, oggi sono un po’ distratto, cosa vuole noi vecchietti” e… strizzatina d’occhio come per dire: “Non sai cosa ti farei.”
No, il fatto è che sei vecchietto proprio.

Il pavoneggiamento. L’US non si arrende davanti all’evidenza e, visto che ormai la chimica blu permette di inturgidire l’inturgidibile, lui pensa che anche tutto il resto del corpo sia della stessa consistenza, mentre invece non lo è e anzi, casca da tutte le parti. Allora per lui è bene, nel suo intento onanistico, ogni tanto darsi una controllatina. Che l’assetto e il tono generale siano sempre gagliardi. E così con movenze plastiche l’US si rimira in posa michelangiolesca davanti a ogni superficie specchiante; che sia in bagno, davanti a una vetrina o alla parete della metro. Sempre petto in fuori e trippa in dentro, muscolo tirato, sguardo da belloccio tipo Denim, l’uomo che non deve chiedere mai. Si ma tu pirla, invece chiedi, eccome! “Come mi trovi? Sono in forma vero?” Se questa cosa lui la chiede alla moglie la risposta è ovvia. L’amichetta forse lo trova irresistibile, ma sempre a seconda del limite di spesa della carta di credito.

Gli irriducibili sono quelli che non mollano fino all’ultimo. C’è quello che ci prova ancora in punto di morte. “Infermiera, scusi, mi è caduta la dentiera per terra, me la può mica raccogliere? Ecco, brava, si giri bene…”
E poi, ‘paf’, mano (quasi) morta sulle terga della poveretta bofonchiando una frase intorpidita del tipo: “Se ancora avessi vent’anni, non sa cosa le farei…”

Verso il viale del tramonto, ci sono quelli che quando vedono la studentessa alla fermata del bus – detto alla piemontese – fanno i papalotu. Con la linguetta in mezzo ai denti (o la dentiera), emettono una leggera bavetta mentre strombazzano un bel ‘pet-pet’ con il clacson (di solito guidano una vecchia carretta; con una Ferrari sarebbe già più tollerabile). In questo caso, basta solo che la preda sia intenta a fare altro. Qui premia il fatto di immaginarla in attesa, tutta per sé. Lei ovviamente si fa i fatti suoi ascoltando musica con l’auricolare, tutta intenta a pensare al compito in classe e il bavoso manco lo vede. Sì, in questo caso si tratta di una molto diffusa e specifica aspirazione di possesso. Sempre a senso unico.
È la linguetta, bisogna ammetterlo, a giocare un ruolo importante poiché veicola aspirazioni e mondi raffinati di erotismo. L’US si illude che la giovane preda ammaliata si ecciti a livelli smisurati abbandonandosi a languide fantasie, prima di buttarsi tra le sue braccia grassocce. La malcapitata invece, appena si accorge, se la fila perché la visione è alquanto sgradevole e appiccicaticcia.

Comunque, cari amici US, alla mal parata c’è sempre l’opzione impermeabile. Sortisce sempre un certo effetto.

L età della rassegnazione varia dagli 80 ai 90, sebbene sia molto difficile stabilire un confine definitivo che non sia il cancello del cimitero. In genere l’US quando si rassegna è perché è ormai morto. Quelli che invece la smettono per tempo, mi sono proprio simpatici: vecchietti arzilli, galanti che sanno fare battute intelligenti e non raccontano una barzelletta sporca ogni volta che aprono bocca.
Prima ci si arrende e meglio è, da un certo punto di vista. Magari trovando magnifici punti di intesa con le compagne coscritte con cui – perché no? – si possono fare tante bellissime attività, perfino appassionanti studi di anatomia, in questo caso parificata.

Ironia? Ma figurati! L’uomo senile si prende molto sul serio non ha il benché minimo senso dell’umorismo né, men che meno, della misura. La totale mancanza di senso del reale denota la sua personalità puerile e narcisistica. Lui si sente magnifico e, per farlo rinsavire, bisogna trovare il modo di smontarlo continuamente.
Ricordate quella adorabile commedia francese ‘La cena di cretini?’. Ecco, sullo stesso stile, bisognerebbe organizzare la ‘cena dei senili’. Io qualche ideuzza per gli invitati ce l’avrei già…

In mjo paese huomo kosì, noi kiama kapruone. Fregat cum sue stese di kuorna.

 

Photo: ashes-sitoula/unsplash